Il gioco d’azzardo è qualcosa da evitare sempre, questo è fuori discussione. Anche perché può finire con il dare dipendenza a chi casca nel “vizio”. Perfino l’AAMS, il Monopolio di Stato avverte che giocare d’azzardo anche se a giochi perfettamente legali in Italia, può nuocere alla salute. Oggi però non affrontiamo il lato sanitario del gioco d’azzardo, ma piuttosto il lato fiscale delle vincite. Perché ormai siamo entrati nella stagione delle dichiarazioni dei redditi e molti si chiedono se devono dichiarare le vincite per pagare le tasse.
“Buonasera, sono Valerio e vorrei chiedervi se devo o non indicare una vincita al gioco che ho avuto lo scorso anno. Non sono un maniaco del gioco d’azzardo, ma qualche volta insieme alle sigarette compro un Gratta e Vinci. E a settembre 2022 ho preso un biglietto da 10.000 euro. Il tabaccaio ha voluto il mio codice fiscale e il mio IBAN per l’accredito. E dopo qualche giorno ho ricevuto un bonifico da 8.100 euro. Dal momento che tutto è registrato, tra conto corrente e codice fiscale, mi chiedevo se devo indicare nel modello 730 questi soldi.”
Vincite al Gratta e vinci, vanno dichiarate nel modello 730?
Partiamo da un paio di considerazioni oggettive. L’ISEE è una cosa il modello 730 è un’altra. E poi, una cosa è giocare a giochi regolarmente riconosciuti in Italia, perché sotto l’insegna AAMS. Un’altra è giocare a casino esteri on line. L’ISEE serve in genere per l’accesso ad agevolazioni, prestazioni assistenziali, bonus e aiuti di Stato.
Già è da considerare come poco idoneo per una persona povera, lo spendere soldi per il gioco. Ma è evidente anche che in caso di vincita, soprattutto per cifre di un certo rilievo, essere considerati poveri diventa esercizio azzardato. Per questo motivo nell’ISEE le vincite andrebbero indicate. Soprattutto perché finiscono sui conti correnti e quindi diventano introiti tracciabili. Oltretutto, le amministrazioni che in genere erogano bonus, agevolazioni e simili, hanno pieno accesso alle banche dati.
La Guardia di Finanza ha accesso all’anagrafe tributaria, all’anagrafe dei conti correnti e pure all’anagrafe dei conti gioco. Cosa significa tutto questo? Che, come è successo a tanti, per via di una vincita al gioco c’è chi ha perso il reddito di cittadinanza piuttosto che un altro sussidio. Ripetiamo, l’ISEE non è il modello 730, perché quest’ultimo serve per versare le tasse. E se parliamo di vincite al gioco, queste dovrebbero essere tassate alla fonte.
Come funziona la tassazione di una vincita al Gratta e Vinci
Come ci dimostra il nostro lettore che ha preso un Gratta e Vinci da 10.000 euro recuperando “solo” 8.100 euro, la vincita è tassata alla fonte. Per le vincite superiori a 500 euro infatti vige la tassazione al 20%. In pratica sui 9.500 euro successivi ai primi 500 della vincita, il lettore ha versato 1.900 euro, esattamente pari al 20% di 9.500 euro. In generale quindi, le vincite al gioco d’azzardo sono soggette a una tassazione alla fonte. Il gestore del gioco, qualunque esso sia, trattiene una parte del premio come tassazione. E versa questa trattenuta direttamente all’Erario. E così il vincitore non può fare nulla e nemmeno deve fare nulla, nemmeno dal punto di vista fiscale.
Gratta e Vinci che si trovano negli Autogrill, nei bar, dal tabaccaio o al supermercato, sono tutti giochi riconosciuti da AAMS e quindi soggetti a tassazione alla fonte.
Occhio a franchigie e codici da usare per regolarizzare una vincita
Le vincite al gioco vanno inserite nel quadro D del modello 730. Sono cifre assoggettate ad imposta sostitutiva pari al 20%. Proprio come la tassazione alla fonte prima citata per i giochi regolari. Ci sono casi particolari però. Perché come si legge testualmente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ci sono particolarità che riguardano le vincite che superano i limiti di esenzione previsti per alcuni giochi. In questo caso, il contribuente/vincitore deve dichiarare la differenza tra la somma percepita e il limite di esenzione sempre nel quadro D del modello 730 e sempre indicando il codice 12 utile a pagare l’imposta sostitutiva del 20%.