I parlamentari vogliono ripristinarsi i vitalizi. La Camera li aveva aboliti lo scorso anno dando così una sforbiciata alle spese parlamentari, calcolate in oltre 200 milioni di euro all’anno per 1.388 ex deputati. Una vittoria del M5S che aveva da sempre ritenuto ingiusto e oneroso riconoscere privilegi alla casta della politica italiana.
Sostanzialmente la riforma portata avanti dal presidente della Camera Roberto Fico sui vitalizi dei parlamentari, e già avviata nel 2012, prevede il riconoscimento agli ex deputati e senatori che i versamenti siano ricalcolati ai fini pensionistici con il sistema contributivo e quindi di fatto taglia l’importo degli assegni.
Un punto sul quale i parlamentari hanno fatto ricorso in massa e ora attendono il verdetto decisivo di cui si occupano due organismi interni di Camera e Senato: rispettivamente il Consiglio di giurisdizione il 12 febbraio e la Commissione contenziosa il 20 febbraio.
M5S: Crimi, pronti a dare battaglia su vitalizi
“Ci risiamo. La vecchia politica è tornata all’attacco con ogni mezzo per tentare di ripristinare il più odioso e ingiusto tra i privilegi che si era auto attribuita. Parliamo ovviamente dei vitalizi vita naturale durante: neanche una delibera già approvata riesce a fermare la casta, che non si scompone mai quando c’è da difendere i diritti dei cittadini, le loro pensioni e i loro risparmi, ma scende in campo compatta quando bisogna preservare i propri conti in banca“. Lo scrive il reggente del M5S, Vito Crimi, sul blog delle Stelle. “In pratica, a decidere se far tornare in vita i vitalizi cancellando la delibera voluta dal Movimento 5 Stelle, che ne ha decretato la fine, sarà un organo interno del Senato in totale e pieno conflitto d’interessi. Questo perché tra i suoi componenti ci sono o persone che sono entrate in Parlamento molti anni fa e che quindi hanno tutto l’interesse a far decadere la disciplina attuale per