Grossi movimenti attorno all’ex monopolista telefonico. Questa mattina, le azioni TIM salivano fino a 30 centesimi di euro dopo la notizia che nei giorni scorsi il principale socio ha ceduto un pacchetto complessivo pari al 5% del capitale. Dalle comunicazioni inviate alla Consob è emerso che Vivendi è scesa sotto la soglia del 20% al 18,37%. Sarebbe così iniziata una manovra di sganciamento dall’asset italiano a distanza di oltre un decennio dall’acquisizione. Era il 2014 quando il colosso delle telecomunicazioni francesi metteva le mani sulla compagnia tricolore.
Poste Italiane verso la salita nel capitale?
Chi ha comprato le azioni TIM vendute? Non ci sono ancora dati in merito.
Tra gli analisti c’è chi ipotizza che possa essere stato Poste Italiane, già presente nel capitale con il 9,81% rilevato nei mesi scorsi da Cassa depositi e prestiti. Ma c’è chi specula sul fondo CVC, che si è mostrato interessato di recente. Probabile anche che la vendita sia stata parcellizzata e, quindi, non nei confronti di uno o pochi soggetti. Sta di fatto che ha avuto un senso economico per Vivendi.
Uscita di Vivendi in forte perdita
La società aveva le azioni TIM ad un prezzo di carico di 21 centesimi, mentre è riuscita a venderle a 30 centesimi. Avrebbe così incassato attorno ai 325 milioni di euro, riuscendo a maturare una plusvalenza di circa 100 milioni. Attenzione, però, ad immaginare che dall’operazione i francesi ne starebbero uscendo bene. In realtà, il prezzo di carico iniziale era di gran lunga superiore. Nel 2014 Vivendi acquisì il 23,75% per qualcosa come 4 miliardi. L’intera quota, se rivenduta agli attuali valori di mercato, frutterebbe non più di 1,5 miliardi.
La perdita sarebbe nell’ordine dei 2,5 miliardi.
La reazione degli investitori è stata positiva. Vivendi ha sinora ostacolato l’AD Pietro Labriola nel suo piano industriale. Sappiamo quanto si sia opposta negli anni anche alla cessione della rete. Dalla sua progressiva uscita dal capitale emergerebbe una governance più solida. Soprattutto se a comprare le azioni TIM rimanenti fosse proprio Poste. L’operatore in mano allo stato avrebbe modo di salire fino al 25% senza lanciare un’Offerta Pubblica di Acquisto obbligatoria. Resterebbe in mano a Vivendi un ulteriore 3% da piazzare sul mercato.
Vendita azioni TIM in base a condizioni di mercato
Con Poste come possibile primo socio cosa accadrebbe alla compagnia? Il progetto sarebbe di un consolidamento del mercato delle tlc con l’integrazione tra TIM e Iliad, operatore francese da anni presente in Italia, dove al 30 settembre scorso possedeva ben 11,5 milioni di clienti. Il ritiro di Vivendi avverrebbe in favore di una soluzione che coinvolgerebbe un’altra società connazionale. La vendita delle residuali azioni TIM avverrebbe in base alle condizioni di mercato, con l’obiettivo di fare cassa e riportare ulteriori plusvalenze a bilancio. Dopo lo scorporo della rete la compagnia a fine 2024 possedeva un debito netto after lease di 7,3 miliardi contro ricevi per 3,8 miliardi e un EBITDA after lease di 927 milioni.
giuseppe.timpone@investireoggi.it