Volkswagen non ce la fa, a rischio migliaia di lavoratori

Il momento nero dell'automotive è particolarmente sentito anche da Volkswagen che sta pensando alla chiusura di molti stabilimenti.
3 mesi fa
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Volkswagen

Non è vero che nei momenti di difficoltà solo le piccole e medie imprese soffrono, anche un colosso come Volkswagen sta subendo la crisi dell’automotive, anzi il momento nero è percepito con preoccupazione forse ancora più grande che in altri marchi, tanto è vero che il gigante tedesco sta pensando di chiudere alcuni stabilimenti in patria, compreso uno di componentistica. A rischiare di perdere il posto naturalmente sono migliaia di lavoratori.

Un gigante coi piedi d’argilla?

I conti non tornano più in casa Volkswagen.

La crisi nera che sta vivendo il mercato auto a quanto pare si sta facendo sentire anche oltre i confini italici. Come dicevamo, non son soltanto le piccole e medie imprese a soffrire questi momenti. Certo, i big del settore hanno le spalle larghe, forti di budget che consentono loro di superare più a lungo certi momenti, ma a quanto pare la fase calante sta durando troppo e ora l’azienda parla di austerità, tagliare per far fronte alle spese eccessive, visto che i ricavi non sono più quelli di un tempo. A riportare la notizia ci ha pensato il quotidiano tedesco Handelsblatt, che riferisce quanto segue:

“Si sta pianificando un pacchetto di misure che probabilmente causeranno forti sconvolgimenti tra i dipendenti e gli accordi sulla sicurezza del lavoro e sugli stabilimenti in Germania sono a rischio.”

Si parla inoltre di un pacchetto pensato appositamente. Secondo un insider del giornale Volkswagen starebbe pensando a un pacchetto completo che non si vedeva da decenni. Ma che si intende per pacchetto? Probabilmente, anzi senza troppi dubbi, si intende un piano per attivare l’austerity di cui sopra, tanto è vero che le stesse parole del Ceo di Volkswagen Oliver Blume vertono in questa direzione. L’obiettivo, sempre secondo alcune voci di corridoio, sarebbe quello di risparmiare fino a 5 miliardi di euro con la chiusura di alcuni stabilimenti ormai obsoleti.

Volkswagen pensa a chiudere per far cassa

Abbiamo fatto cenno alle parole di Blume, andiamole a leggere allora e scopriamo che effettivamente il quadro sta diventando davvero insostenibile per la storica casa tedesca, soprattutto ora che la concorrenza nell’automotive si è fatta esacerbante più di prima, visto l’arrivo a gamba tesa delle cinesi sull’elettrico.

“Il contesto economico è nuovamente peggiorato e nuovi fornitori si stanno affacciando in Europa. La Germania resta indietro in termini di competitività. Noi come azienda ora dobbiamo agire in modo coerente in questo ambiente”.

Forse il rimprovero che va fatto alla Volkswagen è stato quello di non aver saputo puntare con maggior decisione proprio sull’elettrico, la nuova alimentazione che rischia di far saltare il banco e che sta destabilizzando il settore un po’ per tutti. La perdita per il mondo del lavoro però sarebbe enorme, si parla addirittura di 110 mila lavoratori a rischio. Si tratta di una vicenda senza precedenti nella lunga storia di Volkswagen che quest’anno ha compiuto 87 anni. Ovviamente, i sindacati non stanno a guardare, e attaccano attraverso la figura di Thorsten Groeger, presidente nazionale di IG Metall.

“Questo percorso non è solo miope ma estremamente pericoloso: rischia di distruggere il cuore della Volkswagen. Tale taglio netto sarebbe inaccettabile e incontrerà una resistenza determinata”.

Riassumendo…

  • Volkswagen sta soffrendo la concorrenza e pensa alla chiusura di diversi stabilimenti in Germania;
  • 110 mila lavoratori sono a rischio ora;
  • i sindacati attaccano, ma l’azienda pensa a risparmiare 5 miliardi di euro.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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