Xtream Codes oscurata: frode in Ue da 60 milioni, colpo letale allo streaming illegale, cosa rischiano i clienti della IPTV

I clienti della IPTV pagavano una quota di 15 euro al mese per avere a disposizione l'intera programmazione delle note piattaforme.
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5 anni fa
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Nella prima metà della giornata di ieri ha avuto grande risalto la notizia del sequestro e successivo oscuramento della IPTV Xtream Codes, che riproduceva in maniera illegale i contenuti di Sky, Mediaset Premium (quando esisteva), Infinity e Netflix. I clienti della IPTV pagavano una quota di 15 euro al mese per avere a disposizione l’intera programmazione delle note piattaforme, consapevoli della truffa ai danni delle stesse Sky, Mediaset e Netflix. Si parla di un giro d’affari stimato in 60 milioni di euro.

A seguito dell’operazioni, sono stati cancellati oltre 700 mila account italiani, tutti abbonati alla Xtream Codes. Che cosa rischiano adesso i clienti della IPTV illegale?

Cosa dice la Legge sul diritto d’autore

Per chiarire quali sanzioni rischiano gli utenti dell’ormai defunta Xtream Codes è bene prendere in considerazione la Legge sul diritto d’autore, come ha fatto Il Sole 24 Ore nella sua analisi approfondita. Allo stato attuale delle cose, la legge punisce anche gli utilizzatori. Il testo della normativa parla di “reclusione dai sei mesi ai tre anni per chiunque a fini fraudolenti produce, pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato”. Oltre al rischio di finire in carcere per un periodo di tempo compreso tra i 6 mesi e i 3 anni, vengono comminate anche multe fino a 25 mila euro.

Rischi informatici

I clienti collegati alla IPTV corrono anche seri rischi a livello informatico. Infatti espongono il loro dispositivo (in questo caso il computer) al probabile attacco di malware e spy-bot, dando inoltre l’opportunità ad eventuali hacker di bucare il proprio sistema di sicurezza lasciando scoperti dati sensibili quali credenziali di accesso al proprio home banking. Può inoltre capitare che un hacker sfrutti il computer delle ignare vittime per secondi attacchi hacker, facendo così ricadere la colpa su quest’ultimi.

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