Il 2019 sta per giungere a termine e prima che prenotiate il cenone fuori per la notte di San Silvestro sarebbe opportuno che controlliate il vostro “zainetto fiscale”. L’espressione potrà risultare nuova a quanti non abbiano un portafoglio d’investimenti o a chi, pur avendolo costruito, si disinteressi degli aspetti gestionali e normativi. Parliamo della posizione fiscale che l’investitore detiene sulla base dei risultati ottenuti dall’impiego dei capitali. A tale proposito, il legislatore distingue tra “redditi da capitale” e “redditi diversi”.
I redditi diversi, invece, pur non essendo esplicitamente definiti, consistono nelle attività registrate dalla cessione/rimborso dei titoli a prezzi superiori a quelli di acquisto/emissione. Ad esempio, se compro un BTp a 103 e lo rivendo a 105, avrò maturato un guadagno pari a 2, quella che in gergo si chiama “plusvalenza”. E se accade il contrario, cioè che rivendo o mi viene rimborsata un’obbligazione o un’azione a un prezzo inferiore a quello di acquisto/emissione? Subirò una “minusvalenza”.
Minusvalenze BTp: le 5 maggiori perdite alla scadenza con lo squilibrio cedola/prezzo
Lo stato mi consente di compensare le minusvalenze con le plusvalenze, purché le prime non siano state maturate da oltre 4 anni. In pratica, al termine del 2019 ci sarà l’ultima chiamata per le minusvalenze accusate nell’arco del 2015. Dall’1 gennaio prossimo, le plusvalenze potranno essere compensate solo con le minusvalenze accusate a partire dal 2016. E così ogni anno. Operativamente, dovreste muovervi entro il 23 dicembre, date le festività che intercorrono da quella data fino al 31. Dunque, meno di una ventina di giorni per verificare cosa vi sia nel vostro zainetto fiscale.
Caso pratico di zainetto fiscale?
E se aveste grosse minusvalenze nello zainetto e ancora alcuna plusvalenza con cui compensarle? Precisiamo che quest’ultima diventa tassabile nel momento in cui viene realizzata, vale a dire quando si effettua la cessione anticipata o arriva la data del rimborso (nel caso dei bond).
In questo secondo caso, vi converrebbe chiudere la posizione, così da farvi risultare una plusvalenza tassabile da compensare con le minusvalenze del 2015 altrimenti non più compensabili, a maggior ragione che un prosieguo del rally, parlando in generale, appare improbabile sui mercati obbligazionari, dati i prezzi elevatissimi a cui i bond si sono portati in questi ultimi mesi dell’anno. Attenzione: le compensazioni possono riguardare redditi diversi non necessariamente della stessa categoria di asset, ma anche minusvalenze di azioni con plusvalenze di obbligazioni o viceversa, etc.
I rischi dei BTp con cedola alta, ecco qual è la grande minaccia al rendimento
Facciamo un esempio concreto: nel 2015 avevo rivenduto a un prezzo di 110 obbligazioni societarie acquistate a 130 per complessivi 10.000 euro nominali d’investimento, accusando una perdita di 2.000 euro. Su di essa, il fisco mi riconosce un credito d’imposta di 520 euro (26% su 2.000 euro), da utilizzare entro il 31 dicembre 2019. In data 3 dicembre 2019, ho venduto BTp marzo 2048 a 121, acquistate in precedenza a 95. Il loro valore nominale era di 10.000 euro, per cui ho maturato una plusvalenza di 2.600 euro e sulla quale dovrò versare un’aliquota del 12,50%, pari a 325. Poiché le minusvalenze compensabili e relative al 2015 ammontano a 520 euro, non dovrò pagare alcunché, anzi mi rimangono a disposizione altri 195 euro ancora da compensare con eventuali plusvalenze che realizzerò nei rimanenti giorni dell’anno.